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Posts Tagged ‘house’

John Talabot – ƒin

Autore: John Talabot

Titolo: ƒin

Genere: deep house, tech house, micro house

2012

Tout court: spettacolo.

 

ehggià. non ve l’aspettavate proprio che anche quel bastian contrario di Giorni di boria s’andasse ad ascoltare il mezzo fenomeno del momento, eh? dico ‘mezzo fenomeno’ perché, a essere onesto, non è che ho tenuto proprio il polso della situazione nella blogosfera e non ho capito bene cosa se ne pensa. mi è bastata qualche rece qua e là per convincermi, dopo mesi e mesi di assordante pubblicità, che valeva la pena. e ho fatto bene. e fareste bene pure voi a dargli un ascolto, perché ‘sto ragazzotto spagnolo (catalano? basco? boh…) ha talento da vendere, nonostante il successo madornale di quei remix che hanno sbancato il metaforico botteghino facesse temere il contrario. tutto s’amalgama bene e si scioglie nelle orecchie che è un piacere, un po’ nel solco di quel brighella di Matias Aguayo (andatevi a riascoltare Ay Ay Ay) e un po’ atteggiandosela come il fenomeno Nicolas Jaar: il risultato è una robetta accattivante che non vi scrollerete presto di dosso.

soundcloud
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Martyn – Ghost People

Autore: Martyn

Titolo: Ghost People

Genere: house, micro house, techno, idm, post-step

2011

Tout court: fregatura bella e buona.

non me l’avevano presentato come un fenomeno ma un pizzichino di hype me l’aveva sollevato. poi mi accingo ad ascoltare Ghost People e mi dico boh, sarà la prima traccia che fa cacare e… invece no, è proprio tutto il disco che è un po’ scorreggione, una roba evitabilissima, neanche lontanamente simpatica come il recupero vintage-feticista dell’esordio di Zomby (per dirne un altro che è tornato agli anni ’90). se la fa con l’house- genere col quale non sono mai andato granché d’accordo- e abbandona lo ‘step del primo disco, quello sì, invece, che m’era garbato. se poi vi piace il recuperò rétro house accomodatevi ma io, personalmente, non lo digerisco tanto, sin dai tempi delle medie quando quelli più grandi dell’ultimo anno, per far sembrare noi sbarbini ancor più piccoli, mettevano la house (che, all’epoca, si scriveva HAUS [sic, l’ho letto su un muro del bagno, una volta, da pischello] a palla e facevano i ganzi con le bellocce della scuola, che poi erano delle ragazzine di dodici anni nemmeno tanto poppute, e pensa che cretini. che razza di storie riempione gli schermi di giorni di boria, eh?

qui il daunlò via plixid

qui il contatto della Brainfeeder che lo pubblica (per inciso, label di un certo FlyLo, ahem) http://www.brainfeedersite.com/