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Posts Tagged ‘grind’

Napalm Death – Utilitarian

Autore: Napalm Death

Titolo: Utilitarian

Genere: grindcore, brutal death metal, experimental

2012

Tout court: l’ennesimo, ottimo lavoro.

[ATTENZIONE: QUELLA CHE STATE LEGGENDO È A TUTTI GLI EFFETTI UNA RECENSIONE SENTIMENTALE]

cosa dovrei aggiungere?
quando mi metto ad ascoltare i Napalm è come entrare fisicamente nell’armadio dei ricordi: basta che mi giro e mi rivedo quando, da sbarbo spennacchiato, acquistavo Scum in quel negozietto di Camden, oppure rivedo la polvere che sputacchiavo nel pogo assassino durante un concerto-delirio al Forte Prenestino. insomma, potrei non finire mai. perché mettere su uno dei loro dischi è come (preparatevi, è in arrivo un metaforone sul binario due) rincontrare vecchi amici, compagni di scuola o quello che vi pare. ovviamente, soltanto quelli che vi stavano simpatici (tant’è vero che almeno metà della classe non la vedo dal giorno della maturità). così è col gruppazzo inglese: sfornano dischi con una continuità disarmante, non dico che siano tutti capolavori, ma ognuno di loro è un lavoro più che dignitoso. personalmente, da Enemy of the Music Business (anno 2000, signori, e la band suona insieme dal.. 1981!) mi son piaciuti tutti (tranne il cover album Leaders not Followers: Part 2). se uno è cresciuto che la mattina ascoltava i Carcass e la sera i Napalm, non riuscirà mai a vederne i difetti, giusto? un po’ come per i film di Bud Spencer e Terence Hill: erano e continuano ad essere oggetti di culto.

un vidìo che ispira una vagonata di whattefuckk dietro l’altro (“this video is fuckin’ LSD”, cit.).

Coilguns – Stadia Rods EP

Autore: Coilguns

Titolo: Stadia Rods

Genere: post-hardcore, mathcore, grindcore, experimental

2012

Tout court: tosto e veloce come un proiettile.

qui si pesta duro e forte sull’acceleratore, non si guarda in faccia niente e nessuno mentre la batteria bombarda e la chitarra fa tabula rasa di tutto quello che sta in mezzo tra Converge e Dillinger Escape Plan. i ragazzi non sono per niente dei novellini, essendo una costola nientepopodimenoche dei lanciatissimi The Ocean, per cui si capisce com’è che ci stanno dei livelli compositivi da togliere il fiato e una perizia nel dosare sfuriate a parti più lente, strumentali (come l’incidere marziale di “In the limelights”) che fanno godere chi- come me- ultimamente soffre per un uscita post-core degna di questo nome. be’, da oggi vi dico di non preoccuparvi più perché ci pensano i Coilguns (mai nome fu più azzeccato ). innanzitutto perché hanno una tecnica sopraffina; secondo poi perché scatenano un pandemonio stile raid su Baghdad e, last but not least, perché hanno saputo trovare il giusto equilibrio tra rabbia e riflessività. se questo è il biglietto da visita (tralasciando lo split coi Kunz che non ho ascoltato), è fin troppo facile predire un roseo futuro al combo di La Chaux-de-Fonds (che da oggi non sarà più famosa soltanto per gli orologi).

p.s.: gira voce che i ragazzi, già che stanno in tour per l’Europa, abbiano intenzione di farsi un giretto pure nella nostra penisola, se volete le info le torvate nei linc qui sotto.

pagina feisbuc
ReverbNation
l’etichetta

un video laiv, giusto per darvi un’idea…

Burn Idols – Theodicy

Autore: Burn Idols

Titolo: Theodicy

Genere: hardcore, sludgecore, crust, grindcore

2012

Tout court: bella martellata sulle gengive.

 

 

una potenza distuttrice unica, quella di questi ragazzacci che vengono nientepopodimeno che da Los Angeles, e sono la dimostrazione che in città non girano solo gangstarapperz coi denti d’oro e le macchine saltellanti. questo è un numero tot delle loro uscite (tra split, ep e cazzi e mazzi non c’ho capito una sega) ed è anche il primo che abbia mai sentito: ora, non so se sono io il fortunello che il primo disco che ha preso in mano gli è capitato uno spaccaossa di qualità certificata, ma mi sembra proprio che i nostri ci sappiano fare non poco. e poi sono uno dei gruppi più heavy che abbia mai sentito (o, almeno, che abbia sentito quest’anno). niente da dire: se questo è il trend, c’è da tenerli d’occhio.
cosa che, ovviamente, vi caldeggio di fare anche a voi.

bandcamp
pagina feisbuc
tumblr

in questo bello video (non è un video, ma la classica immagine statica dimmerda) c’è il linc mediafire per il daunlò e- udite, udite!- anche il testo della canzone. che volete di più dalla vita?

Bologna Violenta – Utopie e piccole soddisfazioni

Autore: Bologna Violenta

Titolo: Utopie e piccole soddisfazioni

Genere: cybergrind, electro-grindcore, experimental, neo-classical, minimal, noise

2012

Tout court: cazzo cazzo cazzo!

 

 

allora, la notizia che tutti voi avrete saputo (a meno che non siete i residenti di quei 10-15 comuni isolati per via della neve, nel qual caso: tranquilli, il maltempo sta per finire) è che è uscito il nuovo lavoro di quel brighella di Nicola Manzan, uno che a questo blogghetto ci sta simpatico tanto così. nel caso vi stesse chiedendo di cosa tratta il presente discotto (oppure come farebbe un ipotetico residente dei 10-15 comuni isolato dal resto del mondo a leggere il mio messaggio di rassicurazione scritto sopra), vi posso solo dire che si tratta di Capolavoro, con la c maiscuola e in neretto. e non perché va tanto di moda dare del fico a Manzan, che- nell’eventualità, se ne fotterebbe beatamente dei miei e dei vostri complimenti, perché lui lo sa già, che è un fico- ma semplicemente perché mentre ascoltavo le 21 tracce (sì, esatto 21), ho riso come un babbuino dall’inizio alla fine, con picchi inusitati mentre scorreva “Remerda”, che ha un testo che Pasolini gli invidierebbe. e non ridevo così da quando, dodicenne, ascoltai Italyan, Rum Casusu Çikti degli Elii e il resto fu storia. ma c’è anche un altro motivo (più che altro una precisazione), se volete più profondo, per cui questo disco va ascoltato, ovvero che si ride sì, è vero, ma sì ride AMARO, di quell’amaro e anche vagamente cupo che poi alla fine, mentre la risata si spegne, dici “cazzo però…”. ecco, appunto. è esattamente questo che intendo.

non perdete tempo:

qui c’è lo streaming

i lincs:
maispeis
pagina feisbuc
bandcamp

CONDANNATEVI ALLA MORTE!

Dephosphorus – Axiom

19 dicembre 2011 3 commenti

Autore: dephosphorus

Titolo: Axiom EP

Genere: death metal, grindcore, blackened death, astrogrind

2011

Tout court: adrenalina pura.

arrivano direttamente dalla Atene in tumulto che si devasta tra risse con la polizia e spese sociali ai supermercati, il debutto sulla breve distanza di questo trio che gode di un’ottima produzione e di una composizione a tratti davvero ispirata- visto che riesce a mettere più d’un accento personale su un territorio alla fine abbastanza difficile da scardinare e rinnovare come quello grind. ma i ragazzi hanno le carte in regola (e non lo dico soltanto io, pure ondarock lo dice) per prepararci un debutto su ellepì che potrebbe portare una devastazione sonica ancora mai vista  in questo terzo, lugubre e riottoso millennio, non so se mi spiego? oh, io incrocio le dita, voi invece gugòlate i ragassi e ascoltatevi le sette tracce: promettono un gran bene.

qui il loro sito officiale dove trovate tutto, e quando dico tutto intendo proprio tutto (frì daunlò, ndr): dephosphorus!

Terrorizer – World Downfall

Autore: Terrorizer

Titolo: World Downfall

Genere: grindcore, death metal

1989

Tout court: caos totale.

mi stavo riascoltando a tempo perso questa gemma gloriosa del grind d’annata e mi sono convinto che non potevo non farne un post, ovvero fare il cyber-sostenuto coi neofiti che i Terrorizer pensano sia uno zanzaricida di nuova produzione; voglio dire, questa è storia della musica, sia che il grind piaccia o che non piaccia, nonché uno dei punti più elevati toccati dal genere in assoluto, potendo vantare una delle formazioni più cazzute mai ascoltate suonare da orecchio umano. intanto- per dire- ci sta metà dei Morbid Angel, Jesse Pintado che sarebbe andato a far danni con Napalm Death e Brujeria e pure quell’inviperito di Oscar Garcia dei misconosciuti e buzzurrissimi Nausea, ma che ve lo dico a fare? ma, oltre che si tratta di una pietra miliare, bisogna contare pure il fatto che è musica di una violenza incredibilie, tra le robe più assordanti mai prodotte: inutile dire che è la colonna sonora per il fomento più assoluto. se vi aggirate dalle parti del metal estremo e volete ascoltare qualcosa di veramente radicale, provate coi Terrorizer (sul buon mediafire) e poi misuratevi a che livello di tachicardia siete arrivati.