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Posts Tagged ‘screamo’

Amesua – Con il mondo ai piedi del letto

Autore: Amesua

Titolo: Con il mondo ai piedi del letto

Genere: post-hardcore, screamo

2012

Tout court: standing ovation!

 

avete presente quando, poveri e per questo generosi, ci si butta dietro i cancelli, ci s’infilitra nelle serate danzanti, si trambusta col pogo, si prendono gomitate alle gengive e si urla fin quando la gola non sanguina e poi si beve e poi si fuma e poi si beve ancora e ancora e poi si collassa solo quando fa capolino l’alba, su un giaciglio qualunque- un letto, una panchina, il marciapiede? vi siete mai domandati come sarebbe la colonna sonora ideale di quei momenti? io mai, detto francamente. ma quando ho ascoltato tutto intero questo primo disco lungo degli Amesua ho associato immediatamente la musica ai ricordi, e ho avuto l’illuminazione, ho raggiunto il nirvana e sono tornato solo per voi, giusto per dirvi e fare chiarezza sopra ‘sta musica rozza qui, che sarà pure berciata dal fondo dello stomaco ma fa venire le lacrime e la voglia di unirisi in un grido tutti, tutti assieme, tutto il mondo e l’universo intero. e se quattro ragazzi come me e come voi, riescono a fare tutto questo senza chiedere nulla in cambio, credo che un minimo di attenzione e di amore se li meritano proprio. ah, e poi ci hanno pure la prossima hit dell’estate, chevvelodicoaffà?

qui, il frì daunlò del presente e dell’eppì d’esordio, anche quello bellino assai

pagina feisbuc

State Faults – Desolate Peaks

Autore: State Faults

Titolo: Desolate Peaks

Genere: screamo, post-hardcore

2012

Tout court: duri, duri bisogna essere!

 

 

perdonatemi se ho voluto parafrase gli Skiantos nella tag-line del qui presente disco, ma, dopo che l’avrete ascoltato, capirete che ci stava tutta. questi sono californiani e stanno in una forma pazzesca: mitragliano e berciano manco fossero in guerra e, last but not least, hanno una discreta composizione chitarristica che gli fa a portare a casa il risultato praticamente in ogni canzone, per la gioia di tutti, me ovviamente compreso. bell’esordio, non c’è che dire: unire violenza radicale con un tappeto sonoro teso ma anche, a tratti, sognante gli fa guadagnare un frego di punti. e meno male che a inizio anno mi chiedevo sullo stato di salute dello screamo a stelle e strisce: Loma Prieta , Saddest Landscape e, ora, State Faults mi hanno decisamente risolto ogni dubbio.

per tutti i vostri bisogni

perdonate il video-immagine statica…

Vacanza – s\t

Autore: Vacanza

Titolo: Vacanza

Genere: screamo, post-hardcore

2012

Tout court: belli tosti.

 

 

pur scrivendo dei testi altamente controversi che si son conquistati le antipatie del Vaticano e del Mossad, i Vacanza (e no: non farò alcuna, scontata, battuta da oratorio sul nome dei nostri) mi hanno conquistato subito perché pestano come dei taglialegna su quegli strumenti, urlano come indemoniati e hanno intitolato una canzone Rinoceronte. e già questo basterebbe per fargli meritare la vostra stima, o no? in più metteteci che hanno comunisticamente deciso di mettere il loro lavoro in frì daunlò per la gioia di anziani, piccini, berlusconiani e vegani, e allora non ci avete più scuse. io poi, tanto per dire, è quasi una settimana che me li ascolto a rotella e ancora non mi sono stancato: ci sarà un motivo, eh!

bandcamp (qui il daunlò!)
tmblr

Veils – Clarity EP

Autore: Veils

Titolo: Clarity

Genere: screamo, emocore, post-hardcore

2012

Tout court: bel biglietto da visita!

 

 

confesso di non sapere una beata mazza su questi ragazzi, tranne che vengono dalla vecchia Inghilterra e che sono capitanati da (rullo di tamburi, squillo di tromba) una ragazzotta (sì, non ho sbagliato: ragazzotta con la ‘a’), alla quale, a quanto pare, piace urlare come un’indemoniata e che non ha nulla ma proprio nulla da invidiare ai più cavernosi colleghi coi pantaloni. ma la notizia non è affatto questa, ché siamo nel ventunesimo secolo e il femminismo ha già fracassato i maroni e c’è già stato quel gruppo di nippe grind che spaccava culi a serie da tre. la notizia, semmai, è che si tratta di un ottimo eppì, di quelli che anche dopo millemila ascolti ancora non hai colto tutte le sfumature e così te lo vai a riascoltare per la trilionesima volta. non c’è che dire: un gran bel lavoretto

bandcamp
l’etichetta

vedere per credere…

Amesua – Amesua EP

28 febbraio 2012 4 commenti

Autore: Amesua

Titolo: Amesua

Genere: post-hardcore, screamo, hardcore, indie

2011

Tout court: sbem!

 

fa sempre piacere vedere che c’è ancora gente che s’incazza per bene e per davvero in questo paese. a noi che manderemmo volentieri a cacare la ministra che piange mentre fioccano i disoccupati, o i mega-imprenditori che ci asfaltano il futuro mentre noi tutti s’invecchia e si diventa brutti, ‘sta roba che suonano gli Amesua ci fa orgasmare manco fosse una calavalcata old-style di Moana. ché saranno pure solo tre canzoni ma- mano sul cuore- vi dico che mi sono piaciute proprio tanto. forse perché si sente che loro- i ragazzi che suonano, Marco, Simone, Enzo e Martin– di cuore ce ne hanno messo proprio tanto, a vagonate. e a me la gente incazzata e appassionata mi fa venire i lucciconi e tanta voglia di urlare tutti assieme. per cui andate sui linc in basso e scaricate queste tre tracce e ascoltatevele tutte a ripetizione, non ve ne pentirete. poi oh, c’hanno pure i coretti: che altro chiedere?
inutile dire che non vedo l’ora di ascoltarli sulla lunga distanza.

pagina feisbuc
soundcloud
bandcamp (frì daunlò qui)

Seesaw – Things Are Bad

Autore: Seesaw

Titolo: Things Are Bad

Genere: screamo, post-hardcore, mathcore

2011

Tout court: buono, molto buono.

 

 

spelliamoci le mani allegramente tutti insieme per ‘sti quattro ragazzacci da quel di Milano che esordiscono su lunga distanza con un discotto che fa i gargarismi con metà della musica pesante che si spaccia nella penisola. musicalmente, sono una furia. nel senso che non si fermano un attimo manco per rifiatare, asciugarsi il sudore e fare un bel respiro. praticamente, te ne stai seduto bello bello alla tua scrivaniuccia e decidi di dar retta al qui presente recensore di poche pretese e ascoltare il gruppo; allora spingi play e… come dire? t’arriva ‘sto tornado a millemila chilometri orari, tra una batteria che sembra posseduta da un commando di panzer e una voce che ti tira mattonate di disperazione e angoscia manco fossimo al bancone delle offertissime della Standa. tranquilli: le trovate intelligenti, i cambi di tempo e tante altre belle cosucce stanno lì al loro posto e fanno fare la loro porca figura al disco. insomma, secondo me, hanno ben poco da invidiare a colleghi d’ogni dove, perché la proposta è buona, incazzata come una iena a digiuno da una settimana e tracimante passione. boh, forse mi sto lasciando trasportare dal fomento che m’hanno trasmesso le dieci tracce che sto ascoltando a rotella da all’incirca tre giorni, però chissenefrega. andateveli ad ascoltare e poi ne riaparliamo.

qui i lincs:

pagina feisbuc
bandcamp (rigorosamente in frì daunlò, perché i nostri han capito tutto eh!)

su iutiùb gira ‘sto vidiuzzo che di bello (oltre alla musica) è che c’ha pure i testi.

 

Fine Before You Came – Ormai

Autore: Fine Before You Came
Titolo: Ormai
Genere: post-hardcore, screamo, post-rock, post-punk
2012
Tout court: cazzo cazzo cazzo!

regaz, smettete di mordicchiarvi le labbra. è uscito il nuovo, bellissimo (lo dico subito, ma tanto lo sapevate già) disco dei Fine Before You Came, e- così come per il capolavoro Sfortuna– possiamo di nuovo dirci tutti orgogliosi. orogogliosi che una musica simile la facciano dei ragazzi italiani come noi. orgogliosi per un suono che non smette mai di stupire. per quel berciare da serata alcolica spacciato da screaming. orgogliosi e contenti come pasque di prenderci questo sbem! dritto in mezzo agli occhi, e rimanere lì tramortiti a lasciarci catturare. i dischi- come tutte le opere d’arte- ti dissanguano: alla fine ti ritrovi in mutande, senza più soldi, senza manco una femmina a cui appoggiarti. e questo sangue, la malinconia, “l’odore bagnato di moquette”, il settembre incomprensibile e “le cose ancora da impacchettare” si sentono, sembrano lì lì per venire fuori. ed è questo il motivo per cui ascoltarsi un disco come questo è un piacere vero. ogni traccia è un potenziale anthem che si incastrerà nel cervello. ogni traccia è una bomba ad orologeria pronta a ricolorarci l’ambiente con frammenti di poesie e melodie spezzate. ogni traccia è una cazzo di furia, ed è una goduria ascoltarle.

proletariamente reperibile sul sito officìal della band:
questo il linc dove trovate (oltre al frì daunlò, è bene ribadirlo) il blog, la pagina feisbuc, il sito dell’etichetta e altra roba triste.

The Saddest Landscape – After The Lights

Autore: The Saddest Landscape
Titolo: After The Lights
Genere: screamo, hardcore, post-hardcore
2012
Tout court: screamo d’alta classe.

 

vabbe’ ormai bisogna dirlo, ché in questi primi miserabili giorni del duemila e dodici del cazzo (sì, perché il film tanto ci ha già detto come andrà a finire) lo screamo sta tirando fuori i coglioni dal ripostiglio in cui l’aveva messi negli ultimi anni- almeno nei cari vecchi States, perché, per una volta, qua in Italia, ci gira abbastanza bene. e succede che siano i bravi e belli Saddest Landscape a regalarci la seconda perla in ordine cronologico dell’anno. son solo sette canzoncine-ine-ine ma c’hanno tanta di quella forza emo(tiva) che ci suonano la rumba coi nostri poveri scheletri, e io non posso che gioirne e dire “cazzo sì, il punk non morirà mai” e, ovviamente, invitare tutti voi sbadati lettori a procurarvi il suddetto album e a darvi una ripulita alle orecchie.

su mediafire.

qui i lincs:
blog
pagina feisbuc

More Than Life – Love Let Me Go

Autore: More Than Life
Titolo: Love Let Me Go
Genere: screamo, hardcore, post-hardcore
2010
Tout court: ragazzi, che bomba!

 

 

eh, lo so, arrivo con un ritardo abissale ad ascoltarmi ‘sti tipetti inglesi che suonano pesante come una betoniera e ti rivoltano le orecchie senza tanti complimenti. attualmente sono in fase di adorazione quindi potrei indugiare un po’ troppo nei complimenti, negli sproloqui e nei salamelecchi, fatto sta che era da tempo che un esordio su lunga distanza non mi emozionava così tanto e quindi lo dico: ‘sto disco è una ficata della madonna. ovviamente, ora li aspetto al varco, ché se poco poco per un pelino mi disattendono le aspettative per il secondo lavoro, compro un Ryanair solo andata e vado a sbranarli vivi, giuro. vabbe’, mo’, a parte gli scherzi: fanno musica solida, parecchio incazzata e dalle cadenze adeguatamente melodiche per incastore ogni singola canzone nello spazio vuoto che avete in testa e non farle sloggiare più. come ha detto l’amico veneto che me li ha consigliati: boiacan, che fomento!. ecco, ora io dico la stessa cosa a voi.

su mediafire, con estrema facilità.

pagina feisbuc

Loma Prieta – I.V.

Autore: Loma Prieta
Titolo: I.V.
Genere: screamo, hardcore, post-hardcore
2012
Tout court: posso gridare al capolavoro?

 

questo è uno di quei gruppi che, nel tempo e ad ogni uscita, mi ha abituato benissimo. ogni loro lavoro ha una qualità allucinante, ogni nota è un’aggressione sonora, ogni volta che inizia un brano sembrano voler saltare fuori dagli speaker e prendermi letteralmente a mazzate. e questo I.V. non fa eccezione, anzi: io gli ho già prenotato uno dei primi posti (e grazia al cazzo direte voi, siamo a gennaio) tra le migliori uscite dell’anno, perché- non per dire- ma questo potrebbe essere il loro opus migliore: c’entra forse il fatto che è stato prodotto (come precisano i regaz) “in un periodo di grande sofferenza personale e di transizione”. però forse io sono un po’ di parte, vista la mia spropositata ammirazione per la band, e conviene che ve li andate ad ascoltare direttamente voi- di sicuro non vi lasceranno indifferenti.

su mediafire o su 4shared.

qui i lincs:
pagina feisbuc
maispeis
label ufficiale

Distanti – Mamba Nero

Autore: Distanti

Titolo: Mamba Nero EP

Genere: post-punk, screamo, post-hardcore

2011

Tout court: sempre belli, i Distanti.

prima di conoscere i Distanti, di Forlì, che è la loro città, sapevo solo che stava da qualche parte nella pianura Padania. oggi mi è diventata sinonimo di gran vigore punk e testi che sono siringate di vita quotidiana, triste, assurda e grottesca. inutile dire che ‘sto nuovo EP è il corollario giusto a quel gran bel pezzo di disco che è Enciclopedia Popolare della Vita Quotidiana, una roba che mammamia. poi ci sono “Tolleranza al Dolore” e “Bologna” che mi si sono incastonate nel cervello e me le sento a ripetizione tredici volte al giorno (è che ho il contatore Last.fm, mica sto lì a segnarmele) e penso che prima della fine dell’anno non me ne libererò, maledetti Distanti…

la mia modesta (pf!) opinione è che è un gran disco anche se è solo un eppì, ma se volete sincerarvene, eccovi il bandcamp dove potete fare tante cose, tipo ordinarlo, scaricarlo e scoprire tutta la loro bella discografia, o anche dare una letta alle liriche, che so?, oppure chiedergli di andare a mangiare una pizza, fate voi, insomma…  se poi siete dei morti di fame come me, invece,  c’è mediafire che-non-muore-mai.

il sito ufficiale

l’etichetta ufficiale

Circle Takes the Square – As the Roots Undo

Autore: Circle Takes the Square

Titolo: As the Roots Undo

Genere: screamo, progressive screamo, post-hardcore, experimental screamo

2003

Tout court: dinamite pura.

nell’attesa di ascoltarmi Decompositions, il nuovo super discotto che dovrebbe uscire a giorni, sul quale dire che io, come altre migliaia, ma che dico centinaia di migliaia di persone, riponiamo delle aspettative della madonna è dire assai poco, vi ri-propongo, nel caso foste degli eretici ignorantoni, il disco d’esordio di questo gruppo dal nome lunghissimo che non mi va manco di scrivere. sono sei, vengono da una città della Georgia senza infamia e senza lode e hanno composto questo che è uno dei dischi migliori e più strutturati in ambito screamo ma anche non, tant’è vero che s’è meritato pure un posticino nel cuore dei prog-maniacs più sfegatati. si tratta dell’anno del signore 2003, una quaresima di tempo fa e i nostri mi sa che c’hanno avuto un bel po’ da fare tra famiglia, casa, chiesa se si sono messi a registrare il nuovo solo quest’anno, ma vabbé, questi sono fatti loro. a me basta che Decompositions (ma il volume uno, eh- come Kill Bill– in quanto il progetto pare sia alquanto esteso) mi confermi la goduria per le orecchie del presente. non chiedo tanto, no?

reperibile su mediafire, of course.

nel frattempo ci possiamo tutti allegramente ascoltare la prima parte del nuovo album (Rites of Initiation), scarricabile direttamente dal loro bandcamp dove, se avete preso lo stipendio, potete anche ordinare il qui present As the Roots Undo.