Archivio

Archive for dicembre 2011

classificone 2011 – i mejo dischi [da 30 a 21]

n.21

  Autore: The Death of Anna Karina
Titolo: Lacrima/Pantera
Genere: screamo, hardcore, alternative
Linc: rece
Traccia random: Anticipazione della notte
Voto: 70\100
Italia

n.22

  Autore: Gazebo Penguins
Titolo: LEGNA
Genere: hardcore, screamo
Linc: sito officìal
Traccia random: senza di te
Voto: 70\100
Italia

n.23

  Autore: Submotion Orchestra
Titolo: Finest Hour
Genere: acid jazz, soul, dubstep
Linc: rece
Traccia random: All Yours
Voto: 70\100
Inghilterra

n.24

  Autore: Pianos Become the Teeth
Titolo: The Lack Long After
Genere: screamo
linc: rece
Traccia random: Such Confidence
Voto: 70\100
Stati Uniti

n.25

  Autore: Opeth
Titolo: Heritage
Genere: progressive, folk, symphonic prog
Linc: rece
Traccia random: The Devil’s Orchard
Voto: 70\100
Svezia

n.26

  Autore: Gli Ebrei
Titolo: 2010
Genere: post-punk, lo-fi, indie
Linc: rece
Traccia random: 2010
Voto: 69\100
Italia

n.27

  Autore: Russian Circles
Titolo: Empros
Genere: post-metal, post-rock, post-hardcore
Linc: rece
Traccia random: Mladek
Voto: 68\100
Stati Uniti

n.28

  Autore: The Twerps
Titolo: The Twerps
Genere: lo-fi, indie-rock, alt-rock, garage rock
Linc: rece
Traccia random: Without You
Voto: 67\100
Australia

n.29

  Autore: Aucan
Titolo: Black Rainbow
Genere: electro-rock, alt-rock
Linc: rece
Traccia random: Heartless
Voto: 65\100
Italia

n. 30

  Autore: Balam Acab
Titolo: Wander/Wonder
Genere: witch house, idm, ambient, experimental, psych
Linc: rece
Traccia random: Oh, Why
Voto: 64\100
Stati Uniti

Categorie:classificone

editoriale [# 2]: tema di fine anno

anche questo duemilaundici se ne va a ramengo. con buona pace dei corvi della crisi, delle giovani Ruby, dei Gheddafi che vanno e di quelli che restano, arriviamo al 2012 senza un graffio, nemmeno un’unghia rotta, forma quasi smagliante. anzi. personalmente, me la sono cavata abbastanza bene. ad esempio, ho conosciuto una miriade di gruppi di buona qualità che gravitano nell’andregraund italico e la cosa m’ha fatto godere forte e gongolare come un gerbillo. certo, come tutti sanno all’incirca tra un anno il mondo collassera\esploderà\imploderà\esonderà o forse queste cose tutte insieme e sarà DOOM. ovvero, la fine del mondo. o almeno, questo è quanto ci hanno tramandato gli amici- ormai sterminati ed estinti- Maya. dal canto mio, la cosa non m’assilla più di tanto: voglio dire, avevo parecchie cose in mente ancora da fare (correre nudo durante la finale di Champions; dare fuoco al Parlamento; imparare ad andare sul monociclo; rimpinguare la lista delle pischelle prese a rimorchio; etcetera etcetera), ma ho già fatto abbastanza cazzate e poi, siceramente, sono un pigro della madonna.
ma, prima di stappare champagne d’importazione e prendere una decina di chili, vi lascio con l’immancabile classificone di fine anno– ché, si sa, va tanto di moda. e ve lo annuncio oggi perché, da quando la coca cola ha inventato il natale, il 24\12 pomeriggio è il classico pomeriggio inutile in cui non si fa un cazzo e\o si fanno solo i buchi nuovi alla cintura. tornando a noi: il classificone si svolgerà in tre puntate, a partire da domani (per un totale di trenta, dico 30, dischi da salvare di questo duemilaundici).

nel frattempo, non strappatevi i capelli.

Categorie:editoriale

Sterbus – Chi ha ordinato gli spinaci?

23 dicembre 2011 2 commenti

Autore: Sterbus

Titolo: Chi ha ordinato gli spinaci?

Genere: indie, lo-fi, alt-rock, progressive, metal

2010

Tout court: bell’esordio.

è passato relativamente poco tempo da quando m’è capitato il simpaticissimo Iranian Doom, seconda e più recente uscita di quel brighella di Sterbus, ed è scoccata la scintilla. allora mi son detto d’andare a ripescare il suo primo lungo e vedere un po’ come suona. in sintesi? fantastico. come sospettavo, del resto- ché ci vedo lungo quando si tratta di talento, mica pizza e fichi. qui c’è più indie, più cantato e più riferimenti ai grandi nomi storici, più qualche sciabolata violenta tipo “Black Delivery” (pure in versione live!) o quella che mi s’è incastonata in testa tipo tormentone estivo, cioè “New Electric Teenage Girlfriend”. e, ovviamente, due cover dei sempreverdi Cardiacs. in sostanza, non perdetevelo!

bandcamp
Sterbus su feisbuc

The National Fanfare of Kadebostany – Songs from Kadebostany

Autore: The National Fanfare of Kadebostany

Titolo: Songs from Kadebostany

Genere: folktronica, techno, acid jazz

2011

Tout court: LIBIDINE!

questa è una di quelle operazioni che mi fanno tremare le ginocchia e mi fanno godere come un pinguino. mischiare l’electro (techno, nel caso) con sassofoni, violini e banjo alla gran parte farà vomitare amaro, ma, a me, mi manda all’altro mondo. sarà che ho una propensione generale per i suoni folk (per quelli est-europei poi chevvelodicoaffà?), ma lo svizzero Kadebostan (che già mi stava simpatico grazie all’eppì Caracas Soul) adesso s’è conquistato tutto il mio rispetto. innanzitutto s’è inventato tutto ‘st’ambaradan, andando a chiamare la Rational Diet, come un pittore chiama a raccolta i colori per dipingere il suo quadro più personale. okay, magari come paragone è una merda, però è quello che più o meno ha fatto Kadebostan inventandosi un paese fittizio e mettendosi a comporre a briglia sciolta- creando quattordici tracce in bilico tra Goran Bregovic, Four Tet e Amon Tobin e- se posso osare- tra la polka e Moritz von Oswald.
roba da leccarsi i baffi!

provate con mediafire.

qui i linc:

maispeis
sito ufficiale
feisbuc
bandcamp

video pazzesco un po’ à la Guy Ritchie, porchissimo e ganzo abbestia:

laGrandine – Questo è per i tuoi occhi

Autore: laGrandine

Titolo: Questo è per i tuoi occhi

Genere: post-rock, post-metal, shoegaze

2011

Tout court: aprite gli occhi, e sognate.

lo dico? lo dico: questo è il gruppo che suona il più bel post-rock d’Italia. ecco, l’ho detto. e fa niente se fino a due giorni fa non li conoscevo nemmeno, e se hanno solo una demo alle spalle. lo so cosa state pensando ma no, non sono raccomandati, sono semplicemente bravi. sono quattro, sono siciliani, e hanno preso un po’ di Sigur Ròs (ma senza l’hopelandic), un altro po’ di Explosions in the Sky, li hanno miscelati e hanno fatto nascere un sound tutto loro, che rievoca paesaggi suggestivi ed emozionanti e ogni tanto molla un’unghiata prepotente, così, tanto per farci capire quanto bisogna essere cazzuti e determinati per fare musica in questo paese. a me son piaciuti molto- e si capisce, no? che poi dicono ah, il sud: solo mafia, pasta con le sarde e Totò Schillaci, e si dimenticano d’andare a guardare oltre la superficie dello stereotipo, dove c’è gente, come i bricconi della Hanged Man Records (linc sotto), che portano avanti la sana etica diy e hanno la sacrosanta pretesa di dare un po’ di lustro al nostro andergraund– e ovviamente è la label del gruppo, sennò perché li cito?

una marea di lincs utili. fidatevi: vi servono.

pagina feisbuc
maispeis
sito ufficiale
soundcloud
bandcamp
l’etichetta

e, in più, beccatevi ‘sto video:

Dephosphorus – Axiom

19 dicembre 2011 3 commenti

Autore: dephosphorus

Titolo: Axiom EP

Genere: death metal, grindcore, blackened death, astrogrind

2011

Tout court: adrenalina pura.

arrivano direttamente dalla Atene in tumulto che si devasta tra risse con la polizia e spese sociali ai supermercati, il debutto sulla breve distanza di questo trio che gode di un’ottima produzione e di una composizione a tratti davvero ispirata- visto che riesce a mettere più d’un accento personale su un territorio alla fine abbastanza difficile da scardinare e rinnovare come quello grind. ma i ragazzi hanno le carte in regola (e non lo dico soltanto io, pure ondarock lo dice) per prepararci un debutto su ellepì che potrebbe portare una devastazione sonica ancora mai vista  in questo terzo, lugubre e riottoso millennio, non so se mi spiego? oh, io incrocio le dita, voi invece gugòlate i ragassi e ascoltatevi le sette tracce: promettono un gran bene.

qui il loro sito officiale dove trovate tutto, e quando dico tutto intendo proprio tutto (frì daunlò, ndr): dephosphorus!

BNJMN – Black Square

Autore: BNJMN

Titolo: Black Square

Genere: ambient, minimal, house

2011

Tout court: il futuro?

confessiamo: questa storia dei nomi solo a sillabe ci ha un po’ rotto i coglioni. quest’anno poi, c’è stato l’exploit, tra SBTRKT , CHLLNGR e altri ancora. però questa è l’unico tipo di critica (pensate un po’…) che posso muovere contro il qui presente dischetto, composto e prodotto dal buon Ben Thomas dal Dorset, perché questo- signore e signori- è un disco coi controfiocchi. certo, ci vuole un po’ per assimilarlo, perché il suono minimal, se ascoltato superficialmente, può lasciare a bocca asciutta, ma una volta metabolizzato vi conquistera, ci metto la mano sul fuoco. assieme a Kuedo e al ritorno in pompa magna del signor Kadebostan (a breve su queste pagine), è una delle maggiori sorprese dell’anno. difatti, pur essendo uscito, un paio di mesi fa l’ho degnato solo recentemente della conoscenza delle mie orecchie e, subito, sono scoccate scintille: suono leggiadro, suggestivo, ispirato.
che aspettate a recuperarlo?

su wupload, filesonic.
la tiltletrack su soundcloud

Kyle – This is Water

16 dicembre 2011 2 commenti

Autore: Kyle

Titolo: This is Water

Genere: pop-folk, lo-fi, indie

2011

Tout court: romanticherie da camera.

garbato e grazioso il suono che il buon Michele Alessi (vedi: Captain Quentin) ci ha composto per l’occasione, facendo sciogliere il cuore di pietra del vostro amatissimo (cioè il sottoscritto) in un fiume in piena di applausi e standing ovation. sì, un po’ è vero che m’emoziono subito e tendo ad esagerare quando sento una musichetta di qualità, però qui ci sta tutta. il nostro se l’è scritta e cantata e poi ha chiamato un esercito di amici, conoscenti e benauguranti con in mano altrettanti strumenti- chitarra, ukulele, marimba, ottoni, archi, pianoforti e chi più ne ha più ne metta- ha mescolato, agitato e poi messo in forno per quaranta minuti, e ci ha tirato fuori dieci tracce, dal suono romanticamente zuccherino, stile giornata di pioggia e noi chiusi in casa con la chitarre al calduccio (ogni riferimento allo spot della Ciobar è del tutto casuale). in sostanza, ci piace: ci piace la voce, ci piace la ricerca del ritornello catchy, ci piace il gioco di rimandi agli Eels (ma pure un po’ a Badly Drawn Boy), ci piace, soprattutto, la semplicità e la spontaneità con la quale è nato il tutto nella cameretta di Michele. indipercui, vi invito caldamente all’ascolto, se lo merita.

lincs:

il sito ufficiale
lo streaming su rockit
l’etichetta ufficiale Overdrive
il bandcamp

Gli Ebrei – 2010

Autore: Gli Ebrei

Titolo: 2010

Genere: post-punk, lo-fi, indie

2011

Tout court: esplosivissimi.

e poi ti arrivano questi Ebrei pesaresi e iniziano a far casino, con le loro chitarre cantilenanti, la voce che ti perfora tutti i timpani possibili- dodici brevi stoccate dritte in quell’area vuota tra cuore e cervello: brevi inni che si consumano al di sotto dei due minuti e che riassumono, re-inventano, velocizzano e fanno a pezzi tutti i mejo pezzi di andergraund italico degli ultimi quindici anni. ragazzi, se state leggendo: non lasciatevli scappare, ché se stanno diventando un caso nazionale un motivo c’è. a me son piaciuti subito, e tanto, e ho pensato che si meritano tanti fragorosi applausi e una carrellata di cinque alti a più non posso. in più mi hanno ricordato gli indimenticabili (e loro connazionali, se non erro) Altro, che seppellitevi in un fosso se non l’avete mai sentiti. attitudine fieramente punk e violentemente lo-fi: è proprio la spontaneità (il qui presente è stato registrato in presa diretta) che li fa vincere. e poi oh, c’hanno pure dei testi che fanno gridare al miracolo: parafrasandoli, “un flusso di coscienza purificatore”. ci voleva, ci voleva proprio.

maispeis dove c’è il linc per il frì daunlò.
l’etichetta ufficiale.

Mumble Mumble Mumble – Mumble Mumble Mumble EP

Autore: Mumble Mumble Mumble

Titolo: Mumble Mumble Mumble

Genere: noise, punk, instrumental punk, drone

2010

Tout court: furia e tempesta!

avevamo scoperto questo enormemente talentuoso duo dal nome trino parlando della loro recente uscita, e ci eravamo gasati come pinguini, quindi ci fiondiamo a rispolverare questo loro esordio e, felicemente, mi si conferma l’idea che già mi sconfinferava sui ragassi: cioè: musica a tagliola, fatta da gente disgraziata per ascoltatori altrettanto malatissimi. very acid punk però senza le rotture di palle della voce a cornacchia e delle chitarre suonate coi piedi. sì, avete capito bene: basso, batteria e il risultato è un mattonicino di punknoise che mi s’eccitano le dita solo a scriverlo. ergo: un pezzo di lavoro che entra di diritto nelle migliori uscite italiche degli ultimi anni. e vabbè che a me piace spararla grossa ogni volta che sento un qualcosa che mi solletica l’appetito, però, se proprio non vi fidate del vecchio lupo qui presente, andate a sincerarvene voi stessi, scaricando il discotto direttamente dai matricidi della Kill Mommy, oppure fatevi un giro sul loro maispeis, dove trovate tutto, ma proprio tutto quello non osereste mai chiedermi. (scherzo, oggi sono proprio simpatico…)

Sully – Carrier

Autore: Sully

Titolo: Carrier

Genere: future garage, idm, funky, post-step

2011

Tout court: brillante.

un altro producer inglese elusivo e sibillino, uno di quelli che live show, interviste e altre amenità le evita come tonsilliti. perlomeno non si mette la maschera, mi vien da pensare (e che non me ne vogliano i vari Burial, SBTRKT, Zomby e compagnia cantante). ma basta con la facile ironia, orsù. ché infatti si tratta di un bel discotto, una roba carina e divertente, che spruzza funky e dance a ogni pie’ sospinto e ci fa dimenare come lucertole sotto acido. le prime, più lunghe e ragionate, funzionano poco, a mio modesto dire, (a parte “2 Hearts”, davvero buona) mentre da “Let You” fino alla fine si scivola via su note più dinamiche e ricche a livello compositivo. insomma, tranne qualche perplessità (ma il giovanotto avrò tempo per affinarsi) il buon Jack Stevens da Norwich (un nome che è l’equivalente del nostro Mario Rossi) si immette in carreggiata, magari tra qualche tempo ci stupirà.

si trova facile su mediafire.
altrimenti eccovi il soundcloud.