Men Without Hats – Safety Dance

affinché l’umanità non dimentichi…

DRIVE [featuring Kavinsky]

ci sto in palla da un frego di tempo, mi è subdolamente entrata nel cervello e ha messo radici tra un neurone e l’altro. e dire che, se presa di per sé, non è neppure ‘sto granché.  buona, s’intende, ma non così tanto da meritarsi addirittura il lusso di un post tutto suo. è venuta, però, l’ora di spiegarvi l’antefatto: la canzonetta simil-europop 80 che qui sotto vi propongo è la colonna sonora di quel CAPOLAVORO già cult che è DRIVE, che se non lo conoscete o non l’avete visto che cazzo vivete a fare. il padre di cotanto maestoso revival 80s è Kavinsky (al secolo Vincent Belorgey) che, i più cinematograri movie-addict di voi, conosceranno per la colonna sonora di Aaltra, anarco-film pazzoide e sbrindellone che all’epoca s’era strappato un (mio) ardimentoso applauso. “Nightcall” (che sarebbe la canzone qua sotto) accompagna i titoli di testa del capolavoro di cui sopra e m’ha fatto salire un fomento formato-famiglia, della serie che mi mancava tanto così dall’alzarmi dalla poltrona e iniziare a fare pò-pò agitando le mani.

L’imperatore di Roma

mi sono rivisto il film (che da il titolo a questo post). è esattamente come me lo ricordavo: stupendo, delirante, geniale. storia di umana degradazione, di tossicomania e poesia. c’è un brano che ricorre un po’ per tutta la durata, è “We Can’t Imagine” dei Tan Zero, azzeccatissimo. e poi fa il suo bell’effetto abbinato all’incipit del film che qui sotto propongo: Lungotevere, Gerry-tossicodipendente- e il Professore-bruciato dall’alcol-, un breve dialogo, poi gettano una bottiglia vuota nel fiume: “lanciamo un messaggio”. hic et nunc, l’urgenza della vita.