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Posts Tagged ‘post-grunge’

Valentine’s On – Sunday Attitude EP

Autore: Valentine’s On

Titolo: Sunday Attitude

Genere: alt-rock, post-grunge

2012

Tout court: avete presente il rock quello vero?

se la cavano decisamente bene con chitarre, bassi e batterie questi quattro ragazzi che, pur scegliendo di cantare in inglese disdegnando le radici patrie (scherzo, eh), cosa che non mi sconfinfera tanto (esticazzi direte voi, giustamente), fanno un lavoro particolarmente gustoso. son solo tre canzoncine (la più lunga dura 2:53), che ho trovato tutte in equilibrio tra l’orecchiabilità (oggi creo neologismi manco fossi Umberto Eco) e una sana dose di potenza incazzosa. ecco, credo che sia questa la caratteristica principale della band, unitamente a una buona dose di fantasia- che poi è la carta che ha catturato la mia attenzione. detto questo, sarebbe interessante vedere come se la cavano sulla lunga distanza, perché se poco poco mantengono i livelli compositivi del presente, c’è da vederne delle belle. inutile dire che ve li raccomando.

qui i lincozzi

soundcloud
pagina feisbuc

DiCose – Cherries and Broken Ass

9 febbraio 2012 2 commenti

Autore: DiCose

Titolo: Cherries and Broken Ass EP

Genere: alt-metal, hard rock, post-grunge, noise

2011

Tout court: cuore al potere!

 

questo dischetto (ma chiamiamolo disco, alla fine son sette tracce!) ti da’ una carica della madonna. è una di quelle robe che va ascoltate prima di andare a dare un esame, o che so?, prima di andare dalla morosa che inevitabilmente ci frantumerà le palle e quindi conviene essere preparati. insomma, è un lavoro potente. si sente che i ragazzi c’hanno messo cuore, sudore e rabbia, e a tutta quella gente a cui piace pogare sotto i palchi fino a lordarsi tutto (e non piace giocare a golf la domenica), sono certo che ‘sto lavoretto garberà non poco. lo dico perché il sottoscritto ha gradito abbastanza, e io sono uno di quelli che ci piace rompersi le ossa (anche se qualcuno mi dice che non ho più l’età): ergo piacerà anche a tutti voi. d’altronde l’attacco dei primi due pezzi non lascia scampo: è rock’n’roll puro (due nomi su tutti: Alice in Chains, Stone Temple Pilots), e chi vuole intendere intenda. linguisticamente parlando, il disco è diviso in due: ci sono le canzoni in inglese e quelle in italiano. io, per ovvi motivi campanilistici (scherzo, eh!), voto per il cantato in italiano, anche perché la canzone che più m’ha preso del discotto (e cioè “Ego al chiodo”), oltre a essere la più punk, ci ha il testo in italiano e la cosa mi ha reso parecchio felice. nel filotto c’è pure un pezzo acustico che i regaz hanno messo per ricordare i loro esordi (ehssì, in origine fu progetto solo acustico), e quindi non ci manca niente per farcelo piacere.

qui i lincs:

sito officiale
maispeis
pagina feisbuc

non è video vero (nel senso che c’è la copertina del disco in sovrimpressione ebbasta) però si sente il pezzo sotto con una bella qualità:

Emily Witch – Painfully Sober Again EP

23 gennaio 2012 1 commento

Autore: Emily Witch
Genere: Painfully Sober Again
Genere: post-grunge, post-punk, hard rock, alt-rock
2011
Tout court: belli tosti.

 

sembra di essere ri-catapultati nella Seattle primi anni novanta. quella umidiccia e che t’andava di prendere a cazzotti dalla mattina alla sera, quella che non vedevi l’ora di andartene e lasciare quei quattro stronzi a parlarti dietro. che poi non è tanto diversa dall’Italia di oggi. all’epoca soffrivano l’ipocrita pax americana del post-guerra fredda; oggi si soffre la Crisi, questa entità misteriosa che tiene in ufficio i vecchi e lascia a casa i giovani. tant’è vero che poi cosa succede? che ‘sti giovani (anzi, giovinastri) si prendono una chitarra e se ne vanno in garage a fare caciara, che poi è la cosa che gli riesce meglio. e sicuramente riesce bene ai quattro Emily Witch (ex Baby on a Green Sofa), che suonano parecchio grunge (sì, proprio quel genere che ha fatto la storia della musica), ma anche molto heavy- con innegabili tracce di metal a strutturare il tutto. e lo fanno con appena cinque canzoni (tra cui “Gerbera” che mi ha conquistato), urlate in faccia senza tanti complimenti, con un reparto ritmico simile a un panzer e una chitarra inacidita col mondo. si sente che è roba che arriva dritta dal cuore, e quindi va bene anche qualche passaggio acerbo qua e là, l’importante è che la martellata arrivi. e fidatevi che arriva, cazzo se arriva.

qui i lincs:
pagina feisbuc
bandcamp (con fri daunlò dell’album!)