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Posts Tagged ‘ambient’

Clubroot – III – MMXII

Autore: Clubroot

Titolo: IIII – MMXII

Genere: post-step, ambient, idm

2012

Tout court: spettacolare.

 

 

e non avevo dubbi. perché Dan Richmond ci ha abituati bene, fin troppo bene. tra i lavori che ha fatto finora (noi avevamo già parlato del chapter 2) non riesco a trovare un difetto che è uno. e poi si è fatto voler bene da tanta, troppa, gente- diciamola tutta. un miscelatore di suoni così la fa in barba a tutti, anche al Tom Cruise bambino di Cocktail (film che andrebbe rimosso dalla memoria collettiva o al quale dovrebbe essere eretto un monumento, che dir si voglia), ci strappa sempre un ricordo e ci catapulta nella nostalgia. lui e il buon Will Bevan sono gli unici che sanno interpretare gli uomori della situazione: è come mettere uno specchio di fronte ai nostri occhi e veder le immagini trasformate in suono. (cazzo, che metaforone che ho fatto: perdonatemi, giuro che da oggi smetto). bello, molto bello questo disco: si merita una discreta quantità di ascolti, ché è una di quelle cose che ti entrano sotto pelle e per le quali ti viene sempre il dubbio d’esserti lasciato sfuggire qualcosa.

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l’etichetta

Mumble Mumble Mumble & -FL-

Autore: Mumble Mumble Mumble & -FL-

Titolo: Mumble Mumble Mumble \ -FL-

Genere: ambient, noise, atmospheric noise

2012

Tout court: GENIO!

 

 

personalmente non trovo altra parola per definire quello che fanno i Mumble Mumble Mumble, dei regaz che ormai (ma lo posso dire? massì, lo dico, chissenefrega) sono amici di questo umile blog (vedi le puntate precedenti: puntata 1 e 2), titolo di cui ho deciso di fregiarmi (senza neppure avvertirli, ovviamente) perché ho preso la decisione unilaterale che loro sono il mejo dell’avanguardia musicale oggi, in Italia- con buona pace di Arisa. ora che me li sono coccolati perbenino, passiamo all’altra metà del disco, curata da mister –FL-, che bazzica gli stessi ambienti degli amici di sopra e tira fuori dal cilindro dei numeri davvero niente male pure lui, e le sei tracce nate e realizzate autarchicamente solo con l’aiuto di un buon vecchio computer e di un Ipad, scorrono tranquille carezzandoci i sensi. ah, un ultima cosa: plauso generale a tutti quanti gli autori per i titoli, sia per quelli minimal-trasgressivi (“Do you love or hate hearing other people fucking”) che per il trio vulcunico-eruttivo che da’ il nome alle tracce dei Mumble.

i lincs:

sito dei Mumble
soundlcoud di -FL-
bandcamp (qui il frì daunlò)

Burial – Kindred EP

Autore: Burial

Titolo: Kindred

Genere: post-step, future garage, ambient

2012

Tout court: Burial non delude mai.

 

gli è uscito proprio un gran bell’eppì al mister Bevan, che ancora non si decide a regalarci un full-lenght degno di questo nome, però non ci lascia mai mai mai a bocca asciutta. con una vagonata di piccole ma significative uscite. ehssì, perché tralasciando lo split svogliato coi Massive Attack , s’è sempre trattato di robbetta di qualità, mica pizza e fichi. qui sono tre tracce lunghissime che messe insieme fanno la durata di un album degli Agoraphobic Nosebleed (all’incirca mezzora), e che segnano un deciso passo avanti nella ricercatezza delle composizioni. Burial va ascoltato di notte, quando la luna assomiglia a un enorme super santos finito chissà come nel nero della notte, e il cervello ha bisogno di suoni caldi eppure glaciali, di cose familiari ma anche di un po’ di strizza. a me è così che piace ascoltarlo, il nostro. e a voi?

vi propongo lo streaming, con relativa possibilità di acquisto:

streaming qui

BNJMN – Black Square

Autore: BNJMN

Titolo: Black Square

Genere: ambient, minimal, house

2011

Tout court: il futuro?

confessiamo: questa storia dei nomi solo a sillabe ci ha un po’ rotto i coglioni. quest’anno poi, c’è stato l’exploit, tra SBTRKT , CHLLNGR e altri ancora. però questa è l’unico tipo di critica (pensate un po’…) che posso muovere contro il qui presente dischetto, composto e prodotto dal buon Ben Thomas dal Dorset, perché questo- signore e signori- è un disco coi controfiocchi. certo, ci vuole un po’ per assimilarlo, perché il suono minimal, se ascoltato superficialmente, può lasciare a bocca asciutta, ma una volta metabolizzato vi conquistera, ci metto la mano sul fuoco. assieme a Kuedo e al ritorno in pompa magna del signor Kadebostan (a breve su queste pagine), è una delle maggiori sorprese dell’anno. difatti, pur essendo uscito, un paio di mesi fa l’ho degnato solo recentemente della conoscenza delle mie orecchie e, subito, sono scoccate scintille: suono leggiadro, suggestivo, ispirato.
che aspettate a recuperarlo?

su wupload, filesonic.
la tiltletrack su soundcloud

Mumble Mumble Mumble – Blank

Autore: Mumble Mumble Mumble

Titolo: Blank

Genere: ambient, drone, psych-drone, improvised music

2011

Tout court: folle, libero, magnetico, un trip minimale.

poi magari arriva il classico fregnone che pensa che la musica debba essere raccolta sempre e comunque entro i canonici 4 minuti da pop-band (e sono molti) così passa facile e svelta su radio emmedueo e siamo tutti felici. ma siccome noi siamo dei sovversivi musicali, gli molliamo un manrovescio e l’obblighiamo a sentirsi i Mumble  (che d’ora in poi chiamerò così, ché sono un pigrone), basso e batteria, autori di ‘sto discotto di 18 minuti letteralmente avanti, o come direbbero i latini, avant-garde: l’atmosfera è quella trasognata e anche un po’ oscura, tipo vecchi film horror in bianco e nero, con l’ombra del vampiro sul muro (riferimento a Nosferatu puramente casuale), lo stile ricorda vagamente Biosphere o Steve Roach, per dirne un paio e far vedere quanto son fico, ma la durata è quella di una coltellata punk in pieno cuore (uno, due minuti, alle volte 40-50 secondi), quindi il cervello arriva al cortocircuito: composizioni ambient lunghe come brani punk? io, personalmente, mi ci son buttato con tutte le scarpe, e vi invito a fare lo stesso, in barba a tutti i menagrami che gracchiano dalla mattina alla sera che c’è’ crisi solo perché non si mettono a ravanare nell’andergraund, ché ce n’è di robetta prelibata, fidatevi ve lo dico io. ma ora bando alla ciance ed eccovi i linc che è quello che veramente serve:

il fri daunlò (sempre perché siamo dei sovversivi) del qui presente.

il sito ufficiale dei regaz (fateci un giro: è un trip!) dove troverete un pacco così di info su di loro, tipo che hanno appena pubblicato il disco più breve del mondo, ma questo è un altro discorso, che affronteremo nella prossima puntata…

Balam Acab – Wander/Wonder

Autore: Balam Acab

Titolo: Wander/Wonder

Genere: ambient, idm, witch house, experimental, psych

2011

Tout court: avvolgente, vellutato.

devo dire che mi aspettavo qualcosina di più, visto l’ottimo ep di presentazione di qualche tempo fa (See Birds), che mi aveva acceso mille luci dentro la testa. sulla lunga è come se perde un po’ lo smalto, o forse sono io che non lo so apprezzare; d’altronde il signor Balam Acab, al secolo Alec Koone da Ithaca, New York, ha espressamente dichiarato che il suo lavoro funziona come una suite di Bach (sic), quindi s’ispira alla classicità, coi piedi ben piantati, però, nel sound d’inizio millennio. e tutto questo è molto apprezzabile, interessante anche. non fraintendetemi si tratta di un’ottima produzione, si vede che c’è voglia di fare; tra l’altro, ci sono almeno un paio di episodi (“Expect” e “Apart”) da lodi sperticate, ma non mi ha coinvolto troppo, boh. rimane comunque una bella uscita, che si stra-merita anche più di un ascolto (per apprezzarla) e quindi fate voi.

vi invito a provarlo, se lo merita (mediafire).