Clubroot – II: MMX
Autore: Clubroot
Genere: dubstep, future garage, ambient, idm
2010
Tout court: come sarebbe fluttuare nello spazio vuoto?
via, si parte. per un trip infinito nella galassia profonda, lontano da dio e dagli uomini. troppo aulico? dite che in fondo il dubstep è la musica più terraterra che c’è, quella nata negli scantinati del fumo e del sudore della Londra underground? se non conoscessi Clubroot, o meglio: Dan Richmond, vi darei ragione. ma quello che ha combinato ‘sto ragazzuolo ha dell’eccezionale. il disco di cui state leggendo segna il passo: guarda a Burial, ma ci mette più ambient (ma non per questo meno soul). qualcuno penserà che dopo quel che sto per scrivere mi dovrò mordere la lingua (o comunque fustigarmi con una forchetta o un gatto a nove code- a piacimento), il che forse è giusto, ma io me la sento proprio qui, sulla punta della lingua e non vedo l’ora di scriverla, e allora ecco che la sparo grossa: Clubroot e la sua carriola di suoni cosmici potrebbe essere l’equivalente di oggi dello psych-rock degli anni sessanta. ecco, l’ho detta (cioè scritta). è una sboronata classica stile chiacchiere da bar ma io ci credo (e poi non la vedo tutta ‘sta differenza tra spararla al bar e spararla su internette).
al di là di tutti i miei sproloqui inutili e oziosi, rimane il fatto che questa è una roba da nove in pagella. compiti a casa: ascoltare Clubroot (via mediafire).